Un mulino che perde le sue origini nei secoli pre-Ottocento, quando appartenne alla famiglia Piegai da cui, nel 1929, lo acquistò Niccolò Landi, i cui eredi oggi ne continuano l’opera, coniugando con orgoglio e sapienza, tradizione contadina del passato e innovazione tecnologica dei tempi moderni.
Tradizione e innovazione tecnologica sono infatti il bel biglietto da visita che subito fa bella mostra di sé nell’accoglienza che ci riserva Massimo Landi, figlio del mitico Renato, presentandomi subito i suoi due giovanissimi figli, Lorenzo e Francesco, che, invece di emigrare come fanno in tanti, hanno fatto la scelta di rimanere tra gli ulivi cortonesi e hanno deciso di scommettere sull’impresa olearia, nonostante le gravi complicazioni dell’allarme climatico di una siccità (che da alcuni anni rovina la produzione delle olive) ed una situazione economica italiana dove a dominare è il focus dell’aumento dei costi di produzione, innescato dalla speculazione sull’energia elettrica, sul gas e sugli stessi carburanti agricoli, che non hanno più la tutela dell’Italia repubblicana novecentesca.
(Ivo Camerini)
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