Gli antichi e preziosi macchinari sono seguiti dall’attento e scrupoloso controllo del Cav. Giuseppe Cocco. É la sua insostituibile esperienza ad accompagnare tutte le fasi della lavorazione affinchè tutte le qualità proteiche e nutritive della pasta rimangano intatte, insieme al gusto. Il “Mastro” pastaio versa la semola di grano duro nell’impastatrice e, lentamente, aggiunge acqua purissima di sorgente, fino ad ottenere un impasto sodo ed omogeneo. La sfoglia passa attraverso le trafile in bronzo, che assicurano alla pasta la ruvidezza necessaria per esaltare il sapore dei nostri sughi. La matassatrice stende la sfoglia ed i suoi rulli, a mo’ di matterello, la tirano fino allo spessore desiderato. Ora la pasta ha preso forma ed inizia la fase più difficile e delicata: l’essiccazione a temperatura naturale. É anche da un’essiccazione accurata e studiata che dipende la qualità della pasta, le sue proprietà nutritive, la sua resistenza alla cottura. Questa fase è affidata all’esperienza ed alla capacità del “Mastro” pastaio il quale decide la disposizione della pasta sui telai in legno di faggio, la quantità di aria necessaria e sorveglia scrupolosamente gli essiccatoi statici.Procedere con questi metodi, assolutamente artigianali, vuol dire impiegare più tempo e più spazio, vuol dire produrre piccole quantità di pasta. Ma vuol dire, innanzitutto, mantenere il sapore ed il gusto della pasta di una volta.
La buona semola di grano duro e le uova di galline allevate all’aperto si legano lentamente nella gramola per creare l’impasto, che prima attraversa la trafila circolare in bronzo dove diventa sfoglia, e poi viene laminata e tagliata nella storica Matassatrice Cocco del 1930. La pasta così prodotta ha, oggi, il gusto della pasta fatta in casa di una volta.
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